Con una visione Olistica e totalitaria possiamo affermare che lo spirito, il corpo e la mente sono strettamente connessi in una sorta di continua omeostasi nella ricerca di un equilibrio costante fra le varie parti.
Quando nel vivere la mia esperienza di evoluzione mi distacco totalmente dalla mia realtà animica mi ritrovo in un disequilibrio che si manifesta in uno di questi livelli (spirito, mente o corpo fisico) che se per qualche motivo non viene ascoltato arriva a manifestarsi sul piano fisico sottoforma di disagio fisico o nel peggiore dei casi come una malattia; infatti la malattia in qualche modo ci insegna, ci avvisa, che stiamo sbagliando strada e che dovremo in qualche modo affrettarci a scoprire la sua causa per avviare un processo inverso di riequilibrio.
Vediamo i “piani” dove un disagio può manifestarsi:
Piano spirituale -> dove nasce un’intuizione che si trasforma in un’idea che porta alla nascita del pensiero
Piano mentale: Razionale e Piano Emotivo-> un pensiero ragionato o un’emozione che porterà, attraverso la volontà, all’azione fisica fino alla realizzazione del progetto o obiettivo.
Piano fisico dove l’azione o il progetto si manifestano.
La piramide dei bisogni di Maslow
Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore. Alla base della piramide ci sono i bisogni essenziali alla sopravvivenza mentre salendo verso il vertice si incontrano i bisogni più immateriali. La sua teoria è quella della “autorealizzazione”. L’uomo inteso come un soggetto, ha un preciso compito: quello di individuare, sviluppare e realizzare le potenzialità che sono presenti già alla sua nascita e, in questo modo, dare senso alla propria vita attraverso l’espressione della sua individualità. Maslow raffinò ed ampliò l’antica idea di Platone del “daimon” che, in qualche modo parte dall’idea che ognuno ha dentro una sorta di “seme” in cui tutto il potenziale è già presente che, tuttavia, deve essere individuato, fatto crescere e raffinato per sviluppare la sua “forma” precisa”. Si fece così pian piano strada nella mente di Maslow il concetto di “motivazione” visto come una sorta di molla che spinge dall’interno a “divenire ciò che potenzialmente siamo”. La materia prima per trovare motivazione è la “creatività”; ogni uomo ha una creatività e deve trovare il modo di farle spazio perché è proprio la sua canalizzazione che permette di trovare senso e significato e, di conseguenza, equilibrio e sanità psichica. Per la psicologia umanistica la “creatività” è espressione della libertà che, quando viene canalizzata, aiuta l’individuo a liberarsi di tutti i condizionamenti che limitano ed amputano le sue potenzialità. Maslow e la sua teoria sulla capacità di superare i bisogniLa sua teoria si incentra sulla capacità dell’uomo di superare i bisogni fondamentali e di raggiungere bisogni superiori, qualcosa che ci differenzia profondamente dagli animali. Maslow criticò le tendenze imperanti nella sua epoca di considerare l’uomo come un automa mosso da basse aspirazioni: secondo lui invece l’uomo deve trovare senso e motivazione e solo così troverà la sua sanità, ricercando identità, autonomia, desiderio di eccellere e di autorealizzarsi: Maslow sostiene che queste sono tendenze innate ed universali che l’uomo ha dentro e che non può disattendere. Maslow e i bisogni fisiologiciMaslow parla di bisogni e di metabisogni e specifica che i primi sono “mancanze” e seguono le leggi dell’organismo, mentre i secondi, sono spinte verso la crescita e l’evoluzione. Egli sostiene che vi è una gerarchia delle motivazioni in cui i bisogni fisiologici sono alla base e sono dominanti rispetto a tutte le altre esigenze. In pratica, Maslow sostiene che solo se riusciamo a risolvere i nostri bisogni fisiologici, possiamo allora essere spinti verso bisogni superiori. Infatti, se un individuo ha fame, il suo intero organismo sarà in fibrillazione per cercare di soddisfare quel bisogno e quindi, tutte le risorse si pongono al servizio di questo scopo che è primario. Maslow e la scala dei bisogniIl grande psicologo umanista individuò cinque ordini di bisogni dell’uomo e li organizzò graficamente in una scala fatta a piramide con i gradoni più grandi nella parte più bassa e quelli più piccoli nella parte alta. I cinque bisogni fondamentali di Maslow possono essere così riassunti: 1) Bisogni fisiologici 2) Bisogno di sicurezza 3) Bisogno di affetto 4) Bisogno di autostima 5) Bisogno di autorealizzazione Per Maslow la caratteristica principale di una persona autorealizzata è la creatività. Maslow e gli aspetti della creativitàNel suo testo: “Verso una psicologica dell’essere” egli sostiene che la creatività ha praticamente tre aspetti;
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I bisogni e la nostra vera natura di essere
Se la mia natura animica fosse quella di stare in mezzo alla natura ma per qualche motivo razionale mi ritrovo a fare qualcosa che non voglio tutti giorni, il mio malessere comincerebbe a manifestarsi a livello spirituale creando una separazione con la mia anima (atman) e la mia coscienza.
Se dovessi continuare a non prendere in considerazione il mio bisogno reale e il malessere manifestato esso tenterà di essere ascoltato manifestandosi sul piano più basso, quello mentale, sottoforma di pensiero che verrà nel 90% dei casi subito bloccato dalla mia mente razionale con affermazioni che sabotano il vero bisogno reale, separando così lo spirito dalla sua vera natura, annientando il bisogno con la ragione, così che la mente razionale e la mente emotiva finiscono per creare una separazione tra la mente emotiva e quella razionale.
Ancora una volta non ascolto il mio bisogno profondo che si manifesta nel livello più basso fino implodere nel piano emotivo dove magari mi ritrovo a riversare la mia rabbia e frustrazione verso qualcuno perchè sono insoddisfatto della mia vita e il mio bisogno reale è un altro e se comunque non faccio niente per cambiare, il disagio si renderà sempre più manifesto fino ad arrivare all’ultimo piano, quello fisico, dove si manifesterà con dolori riflessi alla schiena, spalle curve, la tendenza ad ingobbirsi per i troppi pensieri o la negatività nell’affrontare la vita, dolori ginocchia e alle gambe, problemi allo stomaco per una rabbia trattenuta, all’intestino, mal di testa da tensione, insonnia, ansia e nel peggiore dei casi con una malattia piuttosto grave.
Anche la bioenergetica afferma che ogni tensione cronica muscolare rappresenta una costrizione dell’organismo.
Una situazione diventa angosciante quando richiede più energia di quella che il corpo ha a disposizione e la tolleranza è limitata, se tale stress si prolunga per molto tempo, si soccombe.
La malattia dunque ci toglie dalla situazione di stress originaria e ci permette di ristabilirci e recuperare l’energia.
Studiando lo Yoga sappiamo bene che ogni ghiandola è strettamente connessa a degli ormoni e ad un centro energetico e ad un elemento (terra, acqua, fuoco, aria, etere).
In questa correlazione di elementi il nostro sistema biopsicofisico trova un suo equilibrio.
Quando vi è un disequilibrio a livello ormonale vi è un disequilibrio a livello d’organo.
Ogni ormone infatti è strettamente connesso ad una reazione chimica nel nostro corpo che va ad attivare l’organo preposto.
La nostra vera natura è quella di seguire la nostra missione in questa vita, nel momento in cui ci distacchiamo senza ascoltarci nel nostro profondo ci troveremo di fronte ad una separazione.
Cosa fare dunque per essere più presenti a se stessi?
Ascoltarsi mente corpo e respiro, vivere nel qui ed ora senza troppe ansie per il futuro o troppe angoscie per il passato.
L’ascolto del nostro respiro è un buon punto di partenza ci riporta al momento presente e dentro di noi e ci indica su cosa dobbiamo lavorare.
Una mente agitata che corre come dei buoi che trasportano una carrozza, è accompagnata da un respiro agitato e molto teso, corto e affannato che sta ad indicare la poca presenza cosciente e una mente agitata che vive nel futuro e non nel presente.
Una mente agitata con un respiro agitato può portare ad un’alimentazione sotto stress ad un ingurgitare cibo senza nemmeno assaporarlo o gustarlo causando disturbi alimentari spesso correlati ad un colmare un senso di vuoto che porta ansie e agitazione in quanto non ci si permette di stare nel qui ed ora.
@Debora Sale per La Casa degli Artisti